Consiglio regionale, Pd: "La maggioranza non c'è più"

TERAMO – Il Consiglio regionale chiude la X legislatura “senza che ci sia più una maggioranza”. E’ il j’accuse dei consiglieri del Pd, Claudio Ruffini, Giuseppe Di Luca e Giovanni D’Amico, dopo l’ultima seduta di ieri: “Ieri c’è stata la riprova che senza i voti della minoranza, Chiodi e company non riescono ad approvare alcun provvedimento utile agli abruzzesi”. Durante la seduta è stata votata la variazione di bilancio da 2 milioni e 300mila euro che prevede, tra l’altro, lo stanziamento dei fondi per la Fondazione Mario Negri Sud (400mila euro), l’Arit (300mila euro), il Sistema Informativo regionale (200mila euro), Cotir – Crab – Crivea e Lancianofiera (750mila euro). Risorse che, aggiungono Ruffini e Di Luca, “consentiranno di pagare gli stipendi ai dipendenti al verde da otto mesi”. Approvati anche una risoluzione per chiedere al Governo nazionale di non prevedere la soppressione della figura dei segretari comunali nel progetto di riforma della pubblica amministrazione, attualmente in discussione, e il regolamento per evitare che il numero eccessivo dei cinghiali distruggano i raccolti degli agricoltori abruzzesi.

RINVIATO IL PIANO DEMANIALE MARITTIMO – Lo scontro tra maggioranza e minoranza si è poi spostato sull’approvazione del Piano Demaniale Marittimo che è stato rinviato per mancanza del numero legale. Secondo i consiglieri del Pd, le responsabilità sono della maggioranza che da ben tre consigli regionali consecutivi non riesce a garantire il numero legale per approvare il provvedimento. “Al contrario”, dicono Di Luca e Ruffini, “abbiamo lavorato in Commissione per dare un iter speditissimo all’approvazione del Piano Demaniale, licenziandolo dalla Commissione in un paio di giorni e anche qui con i voti fondamentali della minoranza. Oggi ci è stato riproposto il testo in aula, ma anche questa volta la maggioranza non c’era e non è possibile che si chieda alle minoranze di sostituirsi”. Tra l’altro, continuano i due esponenti d’opposizione, “anche nell’ipotesi che il testo fosse stato licenziato, dopo la sua approvazione si prevede che i Comuni possano recepirlo nei successivi dodici mesi. Il Piano Balneare non avrebbe quindi sortito effetti immediati e certamente sarebbe risultato ininfluente per la stagione 2014 . I benefici si potranno ottenere solo a partire dalla stagione 2015”. Il Piano, su richiesta della minoranza, è stato rinviato al prossimo Consiglio e sarà dunque il primo argomento della nuova legislatura. Altro importante provvedimento licenziato dall’aula è l’abrogazione dell’articolo 14 della Legge 23/2014 che sospendeva l’iter autorizzativo per impianti fotovoltaici in zona agricola, eolici e per centrali a biomasse di potenza superiore ad 1 MegaWatt. “La norma creava un grave danno economico agli operatori pubblici e privati che avevano iniziato l’iter autorizzativo – chiude D’Amico – in quanto impediva loro di accedere ai benefici del Bando regionale in scadenza il 5 luglio. Tra l’altro oltre ad avere dei dubbi sulla costituzionalità della norma, la Regione si sarebbe esposta a numerosi ricorsi”.